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Bari non è una città per le persone con disabilità. Chi sono i Responsabili?
Bari non è una città per persone con disabilità. Non lo era nel 2016, anno in cui è stata realizzata l’intervista a Michele Caradonna focus della seconda puntata di Ingiustizie Sociali, e non lo è ancora oggi a distanza di 5 anni.
“Bari non è una città per persone con disabilità – dichiara Michele Caradonna, da sempre impegnato nel sociale e nella difesa dei diritti dei più fragili nonché presidente provinciale di un ente nazionale che difende i diritti degli invalidi civili. – in questa terza puntata di Ingiustizie sociali affrontiamo proprio il tema della mobilità. Bari non rispetta le esigenze di tutti. Non è a misura di persona con disabilità già a partire dagli incroci. Se attraversi la strada lo scivolo non lo trovi di fronte ma a dieci metri più avanti o più indietro. Se sei sfortunato non lo troverai affatto”.
“Bari non è una città per persone con disabilità” – è il titolo della terza puntata della trasmissione di denuncia Ingiustizie Sociali di Michele Caradonna in onda sul suo canale di YouTube. Dopo il mistero del bus navetta al cimitero (una battaglia durata anni) risolta brillantemente grazie proprio all’insistenza di Caradonna e al suo impegno politico di quel periodo (Caradonna è stato consigliere comunale a Bari dal 2014 al 2019) e il dramma di chi vive al quartiere Sant’Anna tra strade sterrate, buie e senza fogna bianca, arriva il tema della mobilità.
GUARDA IL VIDEO | II puntata di Ingiustizie Sociali
Una “varietà” di scivoli in tutte le strade della città
“Se facciamo un giro per Bari – prosegue Caradonna- rimarremo sicuramente colpiti dalla varietà di scivoli presenti agli angoli delle strade. Ci sono quelli col gradino, quelli col dentino dopo la discesa, che quindi ti permettono di salire ma poi rendono difficoltosa e pericolosa la discesa. Ci sono quelli che finiscono sotto il livello dell’asfalto per cui quando piove si allaga completamente e diventa inaccessibile. Insomma ce n’è per tutti i gusti. Per non parlare poi di trasporto pubblico. I mezzi dell’Amtab sono inadeguati a trasportare persone con disabilità che quindi alla fine si arrendono alle difficoltà e decidono di restare chiusi in casa. Il welfare? Assolutamente assente. Un semplice spostamento diventa una battaglia. Nessuno di noi può capire a fondo la difficoltà di spostamento delle persone se non le vive quotidianamente. Le cose più semplici, come andare fuori casa a prendere una boccata d’aria, diventano così complicate da far desistere anche il più convinto”.


Pali installati su marciapiedi già stretti e che impediscono il passaggio delle persone. Una vera “follia”.
Il P.E.B.A. che fine ha fatto?
Il PEBA di Bari (Piano Eliminazione Barriere Architettoniche) è il piano che prevede l’eliminazione delle barriere architettoniche esistenti sul territorio.
Introdotti nel lontano 1986, con l’articolo 32, comma 21, della legge n. 41, e integrati con l’articolo 24, comma 9, della legge 104 del 1992, che ne ha esteso l’ambito agli spazi urbani.
Si tratta quindi di uno strumento predisposto dal legislatore nazionale per il superamento delle barriere architettoniche di edifici e aree pubbliche (strade, parchi, piazze, giardini, elementi d’arredo).
I piani hanno una triplice funzione, quella di monitoraggio delle barriere esistenti, quella di pianificazione e quella di coordinamento sugli interventi per l’accessibilità.
Il progetto per la città di Bari è datato 2017 e si sviluppa in diverse fasi. Dalla stesura del piano, alla pubblicazione delle linee guida, alla realizzazione degli interventi. A quanto pare nella città di Bari, tranne qualche rampa a Loseto e Ceglie del campo e piazza Chiurlia a Bari Vecchia, di tutto il piano è stato realizzato poco e niente.
Cosa è cambiato dal 2016?
“Purtroppo nonostante le mie continue segnalazioni e denunce sulle difficoltà legate alla mobilità per le persone con disabilità, è cambiato ben poco. Oggi con la Pandemia da Coronavirus sono ancora una volta le persone con disabilità a pagare le conseguenze maggiori legate all’isolamento. Hanno passato nello scorso anno, l’intero periodo di lockdown impossibilitati a muoversi da casa, spesso anche senza aiuti. Hanno ricominciato il 2021 con le stesse problematiche nell’attesa di un vaccino per il quale le tempistiche e le modalità di somministrazione effettive restano ancora un mistero legato chissà a quali nodi che la Regione Puglia non si decide ancora a sciogliere. Anche solo uscire di casa può rappresentare una difficoltà insormontabile : per l’inesistenza di un ascensore come accade in diverse case popolari; per l’impossibilità di scendere da un marciapiede per l’inadeguatezza dello scivolo o per la presenza di un’auto o di un bidone. Insomma c’è ancora troppo da fare e le mie battaglie certamente non si fermano qui”.


Bidoni posizionati davanti agli scivoli, marciapiedi divelti e impraticabili.
Come e dove guardare “Ingiustizie sociali”
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