SOTTOPASSI BARESI ALLAGATI. SEMPRE A RISCHIO QUANDO PIOVE E NEGLI ANNI È STATO FATTO BEN POCO

Rischia di annegare. Lavori effettuati con disattenzione e scarsa manutenzione queste le cause del sottopasso di Santa Fara

Bari è una città importante che deve essere dotata di nuove infrastrutture ma è essenziale ripartire dall’assicurarci che quelle già esistenti funzionino alla perfezione e non siano trappole per i cittadini. E’ accaduto a giugno 2018, ma anche in tante altre occasioni, che piogge intense e improvvise riducessero le sottovie della città a canali ricolmi di acqua, pericolo scampato per poco da un’automobilista di passaggio lungo il sottovia di Santa Fara.

Una problematica nota ai baresi che spesso in condizioni meteo proibitive evitano i tratti stradali che comprendono il passaggio lungo il sottovia di Santa Fara o di Sant’Antonio, ma, solo l’evento ai danni di un’automobilista e le richieste di intervento immediato hanno determinato l’avanzamento dei lavori, fino a questo momento solo per il sottovia di Santa Fara.

Durante il mio mandato ho più volte attenzionato le problematiche dei sottopassi pedonali, molti dei quali in completo stato di abbandono e degrado rappresentano un pericolo per chi li attraversa. Scarsa illuminazione, ascensori perennemente fuori uso, pulizia inesistente, manutenzione ordinaria della struttura assente, sono i tratti comuni di sottopassi come quello in via Emanuele Mola o a Palese tra via dell’Olivo e via Martellotta.

A seguito di interrogazioni e richieste formali di intervento da parte del sottoscritto, sono state attivate dall’amministrazione interventi di pulizia e bonifica, che però risultano solo occasionali.

Una programmazione di interventi regolari su queste strutture affinché non si deteriorino ulteriormente non esiste.

Caradonna: “Rinviare problematiche che si presentano periodicamente fino a che non causino danni ai cittadini non è una mossa strategica… Amministrare la città non è un gioco e le scelte errate possono determinare rischi e disagi per i cittadini”.